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giovedì 14 marzo 2013

90 minutter

Ordine


Film norvegese del 2012 scritto e diretto da Eva Sørhaug.

Tre storie di violenza familiare. Senza che ne siano spiegati i motivi, dalla calma apparente nascono i primi segni di inquietudine che lasciano presagire una esplosione di rabbia e violenza senza controllo.

Tutto era in ordine: nella mia vita, nei cassetti, nel mio matrimonio, nei miei appunti. Tutto perfetto. Meticoloso.
Ma sentivo che mancava qualcosa, qualcosa di importante mi sfuggiva. 
Mi sentivo come se la vita mi scappasse dalle dita, riuscivo a vedere solo il buio. La mia solitudine era così sconfinata che non riuscivo nemmeno ad immaginarla. Lì non potevo certo mettere ordine. Come non potevo mettere ordine nella mia anima malata, afflitta. Ormai è tardi. Tardi per tutto.
Lo diceva sempre mia nonna: l'ordine esteriore nasconde il caos interiore. Aveva ragione. Ma non posso più farci nulla.
Addio. Per sempre.
Prima però spengo il gas e metto in ordine la cucina. Quell'arrosto di agnello ha inzaccherato tutto.

Tre storie gelide, raccapriccianti nella loro freddezza brutale e subdola. Senza ci siano segni evidenti, senza la normale spirale della violenza, senza che ne siano spiegati veramente i motivi. Tutto questo rende il film ancora più raccapricciante.
Le tre storie sono molto diverse tra loro, ma il filo conduttore è lo stesso: l'universo maschile afflitto da egocentrismo, mancanza di empatia,voglia di vendetta, desiderio di rivalsa verso il mondo crudele che ci affligge e perseguita.
Un fallimento quotidiano che visto riflesso negli occhi di lei appare irreparabile.

7/10
90 Minutes (2012) on IMDb


musica appropriata: Wilsen, Anahita






4 commenti:

  1. Lo stavo giusto vedendo ieri, dopodiché - al solito - mi sono addormentato (non certo per il film, s'intende). Mah, mi pareva abbastanza ammiccante a un pubblico femminile, girato da una donna per le donne, e, d'accordo, non è nemmeno un film brutto, ma onestamente il problema "violenza uomo/donna" l'ho trovato svolto superficialmente, in maniera più "femminista" che oggettiva. Sul tema ti consiglio "Vivantes", film algerino che vidi in un cineforum qualche tempo fa.

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    1. Sì, che sia girato da una donna è certo, che si rivolga ad un pubblico femminile è probabile, ma che sia svolto superficialmente avrei qualche dubbio. Perché? Pensi così perché dei "raptus" non sono spiegati i motivi? L'originalità del film sta proprio in questo, se no sarebbero delle storie già viste e sentite milioni di volte.
      Non sono riuscito a trovare su imdb Vivantes....

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    2. Non lo so, ripeto - alla fine mi sono addormentato. A ogni modo non mi riferisco tanto al fenomeno "raptus", quanto piuttosto al fatto che la violenza sia "gratuita", il che, sebbene da una parte ponga dei problemi seri (anche se del resto già noti), dall'altra rischia, se non di demonizzare l'uomo, di martirizzare la donna. (Ora, non leggere tutto questo come una specie di elogio alla violenza domestica, sia mai. Né, tanto meno, un'apologia. Solo una critica a un film che toccando a caldo - del resto questo periodo è pieno di robe del genere - un problema così ostico, secondo me, non risolve alcuna riflessione palesemente, ma, sotto sotto, fa passare il messaggio di cui sopra. Poi, probabile che mi sbagli. Lo vedrò e farò autocritica.)

      A ogni modo, http://www.cineblog.it/post/4864/vivantes-una-denuncia-alla-violenza-sulle-donne

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    3. Ma non possiamo saperlo se è gratuita o meno, non conoscendone i veri motivi (almeno di due delle tre storie). Sicuramente, però, è una reazione aberrante e oscena. Forse il messaggio del film è questo, non è che sia tanto sbagliato. Mi sembra condivisibile.
      Vivantes sembra un film interessante, ma praticamente introvabile. Tra parentesi, Saïd Ould Khelifa ha fatto anche un film con la Ascaride, Le Thé d'Ania. Anche quello, però, vai a trovarlo. Siete sempre fortunati, voi "nordici" con tutte queste rassegne :)

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